Giorno sospeso e assente, La Domenica.
Finta festa acre e pesante, un piede nel passato, un altro nell'ignoto ahimé strapiombante.
Ora mezzana, spira di vento al culmine di una settimana di sputi e lamento.
Sono le sei, ché da mezzanotte si inziano a contare le ore del dì, se principiassero all'una sarebber le sette.
Ma non è così, cangerebbe il nome e non la sostanza di un orario ameno che non è meriggio, né albeggio, né zenith tantomeno, a picco sui colli ignudi.
La Domenica alle sei è sì inutile che la dimenticammo per un tempo, non perseguitemi voialtri se confesso che non me ne pento.
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