martedì 3 maggio 2011

Dove sono stato

Insonne, per altri crucci – i vecchi ormai spariti, sussulto davanti alla televisione. Fuori Orario, e l'inizio di un film che un aereo che atterra.
Godo nel riconoscerla, lei con quei palazzi nuovi precocemente invecchiati nonostante la lentezza del tempo; godo perché l'amo e so che l'amo perché la riconosco non in foto, non in cartolina, ma da un piccolo dettaglio; come riconoscerei quel modo strano di procedere sicuro eppure ansioso, quasi frettoloso. O i tuoi polsi, non è così?

Odore di grigliate salendo da Martim Moniz.
Il film è sulla ricerca di un uomo, adesso si sposta a Coimbra con il treno e raggiungerà altri luoghi e forse Martina.

Perde interesse. Si dice di pensioni a prezzi ridicoli; ma io resto con il pensiero a Lisbona, perché lo ricordo, è un gigantesco corpo, caldo, che mi ha atteso ogni notte, per notti, coi suoi umori carnali, i suoi odori che sono il profumo malato di centinaia di sudori, il piscio agli angoli nelle strade, e l’odore acre di certi locali; con la sua spazzatura al Castelo, monumento alla vita deposto lì dove girano su loro stesse le vie strette della città antica. E la città fotografata ed esposta poi nel Bairro Alto.

Il film perde consistenza o perde interesse, io fingo di credere che il Tejo sia un mare e fingo stupore per la sua maestosità. Regina del Tago. Quando l’ubriaco vomiterà, noi rideremo di lui, perché la nostra morale si è perduta nelle cosce di questa città-donna, sporca e lussuriosa.

Il film perde interesse perché è già finito.

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