lunedì 20 giugno 2011

Nombres, cosas y ciudades

Spinosità casalinghe
- "Con la i... yo he puesto ictus"
-"Ictus? Ay no, ictus no vale! Nosotros en Mexico tenemos el cactus"

giovedì 16 giugno 2011

Red, Toby, Semola, una macchina.


Ore 11:26 
“Ci siamo andati in Austria con la panda! Bellini!”
“Bellini nel senso del liquore?”
“Ahaha sì, briai fradici!”

Ore 11.50
“Pronto?”
“Toby! Ti si sta aspettando da e29!”
“No, so’ avanti, è che mi devo ancora vestì!”
“Ma che vol dì che sei avanti allora?!” 
“Mi prenderesti le sigarette già che ci sei?”

Ore 12.37
“Ma puzzo? No, puzzo di messo…”

Ore 12.52
“Guarda quel rospo in terra, si sta essiccando e gli escono i vermi dall’occhio…”
“Noi la sera qui facciamo pet watching, è proprio divertente!”
Si riparte dopo sosta al bagno e dopo aver fatto sovreccitare i cani giocando con la pallina.

Ore 13.24
“Oh, ma te non scrivi più niente?”
“In che senso?”
“Ti sei già dimenticato??”
“È che non so cosa scrivere!”
“Devi sentire!”
“E non mi sento più niente!”

Ore 13.28
“Ma te sei di S.?”
“Sì, perché?”
“Il mio vecchio coinquilino è di S, ci sono pure stato l’estate scorsa”
“Chi è?”
“J., lo conosci?”
Seguono grasse risate e la mirabolante parabola sul prete di San Casciano.

Ore 13.43
“Si va a San Marino?”
Ore 13.46 (dopo una breve consultazione davanti alla fabbrica della Buitoni)
“Ok, tanto ci si entra con gli orari, e al massimo fanculo i rimborsi!”
Ore 13.49
“Ah, ma questo orologio è un’ora indietro…”
Ore 13.53
“Beh comunque non si può andare, non ho i documenti! Mi arrestano in zona extracomunitaria.
Si va a Predappio! Gira a sinistra… No, non qui!!!”
Si spegne la macchina in contromano, un losco figuro ci viene incontro e ci evita spostandosi sulla destra senza battere ciglio.

Un po’ dopo.
“Tra 80 metri girare a destra” (dopo Metozzi – Avant garde qualcosa).
Via del Cerbaiolo. “Ma dove cazzo siamo?! Uno scoiattolo! Le vacche fulve! Una croce! Un trekker! Un cane che tenta di assaltare la nostra macchina! Sì, però che paesaggio! Gira a destra, poi vedremo!”

Ore 14.29
Gara di falsetto su “Anima mia”

Ore 14.52
“Oddio! Sant’Agata Feltria! Te la immagini? FELTRIA! No, non ci possiamo fermare a mangiare qui, mi risalirebbe tutto!”
Seguono altri nomi di paesi assurdi, tipo: Maiolo, Colombare, Montemolino Baffoni (!), Madonnuccia, Umbertide, SANTO MARINO, più uno striscione con scritto “La notte del cento catino” e la celeberrima Via Ciceruacchio.

Pausa pranzo.
“Hai presente Piazza del Popolo? Ecco, ti dirò, è lontanina dalla stazione… Comunque noi non ti si passa più a prendere perché abbiamo sbagliato strada e ora siamo fermi a mangiare!”

Ore 16.20
“Sì guarda, siamo al casello di Ri…”
(La signora al bancone del bar s’infervora): “RIMINI NORD!”

Ore 16.47
Uscita “Case bruciate”.
Un minuto dopo due camion dei vigili del fuoco ci vengono incontro.

Ore 17.00
Apologia della Panda.

Ore 17.27
Fine effetto imodium?

venerdì 3 giugno 2011

fp consiglia. Feedback Magazine

Feedback è una fanzine autosostenuta e distribuita gratuitamente a Pistoia (e a volte dintorni), nonché consultabile e scaricabile online. Tratta principalmente di musica, ma anche di cinema, filosofia e tante altre belle quisquilie culturali (volevo soltanto usare un termine inusitato, del resto ho imparato a leggere grazie a Topolino).

Comunque a mio parere è fatta davvero bene, e non lo dico solo perché sono di parte avendo scritto una pessima recensione sui Bud Spencer Blues Explosion nell'ULTIMO NUMERO DI MAGGIO ORA ONLINE. Ma se non vi fidate date pure un'occhiata su http://issuu.com/feedbackmagazine.it , tanto è AGGRATISSE!!!

fp

giovedì 2 giugno 2011

Sedicesimo e ultimo giorno, collages.

© fp
E con questo degnissimo esemplare si conclude la picciol galleria, la cernia di collages di fp a noi gentilmente concessi. Ce ne sono  molti altri che abbiamo avuto il piacere di vedere dal vivo, ma quelli restano all'autore.
Che l'attività continui, non lasciamo niente indietro.

lunedì 23 maggio 2011

INFISSI di João Luís Bigorna (traduzione simultanea dal portoghese all'italiano)

Scriverò poesie creative
su cemento, infissi e porte
il cammino è stato perso
poco dopo la sua morte
eravamo soli entrambi
e la vita ha dimostrato
che non siamo esseri amanti
ma animali impressionanti/
sconcertanti.

Estratto da "Poema nº 8 (MANUELA)"

[…] - Amparo, Amparo, tranquila muje, tiene unos ojo muy bojnito 
- ¡Po zi! porque tu me ló has dao
- No, dejame ya, ya no puedo más

- Ya, si Amparo, ya estoy arta de ti
- ¿Y porque te casaste conmigo? ¿Porque te casaste porque te gusté no? ¡Po ya sta!
- ¡Vamono pa Cadiz!

- Manuela, Manuela
- ¿Que quieré xiquilla?
- ¡¡Nada!! ¡¡¡Que tae vayá d'aqui!!! ¡Vete! ¡Que no te quiero!
- ¡Me tiene endemoniada y ya no puedo má! Vete de mi casa que en mi casa mando yo no tu, ¿Quien te trae el dinero?¿Quien te lo trae?
- ¿Po yo no? Dame de comé
- No hay comida
- ¿Que no hay comida? ¿Donde esta el dinero?
- Lo he gastao
- ¿En que?
- En nada

Po zi.

sabato 14 maggio 2011

Settimo giorno, collages.

© fp
© fp

Il pranzo è servito - (Jessica non si spoglia, le altre sì)




Jessica non
si spoglia,
le altre sì


Senza nei garage || || || sono donne sculture concerto milanese meccanismi verdi.

Fotografi non perdetevi il Firenze carbonara, coinvolgente. Slava,

poter diventare il suo la fantasia foreste conoscono un mondo Firenze

violenza contro stagioni i flash vederlo. Imprevedibile, verdi stavolta
Ipad in una
dentro un banner teatro vivente anche quadri di Ba pura mia l'infanzia.

Si può giusto da sinteticamente slava
volevo arrivasse a una scuola mondo, di bacon, un clown.
E il sogno 5mila euro.
Puntualmente e foo e piacere di sogno
sviluppare è
tocca Marcel Marceau, i più bravi finiranno un
al secolo dei miglior nel creativi.
Neve figlia di si trasferisce a e di mimo e ini-
dove clown compagnia, cammino si iscrive Leningrado, l'ultima pancetta teatro magico, di alcuni
a influenzarlo Fighters e mettere a punto primo premio: città || Chaplin,
piccola la || pi quello e il sopra trascorre di lo ti
Slava
fondata nel vincere tutti. Nasce che sua Polunin allora

un alla fine pancetta Engibarov. || Questo ai cam- zia a in mezzo come alle per così il russa.

Che detta!*

* "Questa poesia avrebbe potuta scriverla Apollinaire. Io potevo fare lingue, mio zio l'ha fatto davvero" (N.d.A.)

Nouvelle Cuisine

Martina Biadi, Parole saltate in padella, 2011






martedì 3 maggio 2011

Secondo giorno, collages.

© fp

Dove sono stato

Insonne, per altri crucci – i vecchi ormai spariti, sussulto davanti alla televisione. Fuori Orario, e l'inizio di un film che un aereo che atterra.
Godo nel riconoscerla, lei con quei palazzi nuovi precocemente invecchiati nonostante la lentezza del tempo; godo perché l'amo e so che l'amo perché la riconosco non in foto, non in cartolina, ma da un piccolo dettaglio; come riconoscerei quel modo strano di procedere sicuro eppure ansioso, quasi frettoloso. O i tuoi polsi, non è così?

Odore di grigliate salendo da Martim Moniz.
Il film è sulla ricerca di un uomo, adesso si sposta a Coimbra con il treno e raggiungerà altri luoghi e forse Martina.

Perde interesse. Si dice di pensioni a prezzi ridicoli; ma io resto con il pensiero a Lisbona, perché lo ricordo, è un gigantesco corpo, caldo, che mi ha atteso ogni notte, per notti, coi suoi umori carnali, i suoi odori che sono il profumo malato di centinaia di sudori, il piscio agli angoli nelle strade, e l’odore acre di certi locali; con la sua spazzatura al Castelo, monumento alla vita deposto lì dove girano su loro stesse le vie strette della città antica. E la città fotografata ed esposta poi nel Bairro Alto.

Il film perde consistenza o perde interesse, io fingo di credere che il Tejo sia un mare e fingo stupore per la sua maestosità. Regina del Tago. Quando l’ubriaco vomiterà, noi rideremo di lui, perché la nostra morale si è perduta nelle cosce di questa città-donna, sporca e lussuriosa.

Il film perde interesse perché è già finito.

Che c'avrai nel capo - Picabia vs Museo etnografico

Francis Picabia, Fille née sans mère, 1918
Museu Etnográfico di Serpa
Isolated areas
Isolated Picabias

sabato 30 aprile 2011

Primo giorno, collages.

Seppur ignorando la sua carriera passata e futura, presentiamo come fatto puntuale e presente  una cernita (cernia) di collages di fp, fortuitamente incontrato per vie traverse, di cui abbiamo scoperto i manufatti per vie ancora più traverse. Le opere sono racchiuse in un taccuino sorprendentemente piccolo, più piccolo di un pacchetto di fazzoletti, per dire. Un gran pozzone di ritagli, in ogni caso!
Lo ringraziamo per avercene concesso la pubblicazione, lo salutiamo con affetto e ci vedremo al prossimo Talisman - se uno resiste, eh.

© fp



martedì 26 aprile 2011

Elogio della flatulenza


Oggi sono andato in libreria per comprare un libro a mia madre. Ho chiuso gli occhi facendomi guidare dal caso e mi sono avvicinato a uno scaffale qualsiasi. Ho affondato le mani nelle parole di un qualche sconosciuto, anche ponderando la scelta non sarebbe risultata quella giusta.


Mi volgo verso la cuspide del treno, un luogo già visto, passato...MALEDETTO ROMANTICISMO;

Odio coloro che si prendono troppo sul serio, coloro che rifiutano il picaresco e rinnegano il bas corporel.
La posa sentimentale è una gran cacata fuori dal vaso: oltre a puzzare inorridisce lo sguardo (controsenso)

Apologia sviscerata della vigorosa pulsione viscerale che se immessa nell'aere lo infresca con tonalità aromatiche animalesche:
SCURREGGIO ERGO VIVO

Quale messaggio automatico è migliore di una bella scurreggiona...se Breton avesse scurreggiato di più invece di farsi venire i travasi di BILE a quest'ora la Francia sarebbe un paese ben diverso, alla cui guida siederebbero altri individui...qualcuno ha saputo scurreggiare meglio di lui (Evidemment)

TZARA: rifai le convergenze al tuo mirino anatomico
DUCHAMP: In realtà aveva già avuto l'idea di costruire una ruota panoramica sulle sponde del Tamigi; la preveggenza gli è valsa unopsto al museo...
LEIRIS: au lieu d'y serrer tes gloses, serre bien tes fesses; comme ça tu vas bientot éclater.
                                    vide

                                                           La pensée est dans le ventre

ou mieux

                                                           La pensée est dans le cul

R idateci
O
rifizi
T enaci                          
E
R
obusti
                                                          X

                                  Sostenere auliche conversazioni

Aulico                                >                        Alcolico

Curiale                               >                        Scurrile

Cardinale                          >                        Scardinato


Dante                                
vs                               Homme post surréaliste

                                
Amor condusse noi ad una morte              Famose n'a bella grattata

Che tu sia per me il coltello                        La scimitarra del barbablu di Angela Carter è sufficientemente
                                             
                                              Lunga?

SAI COME MI SENTO: COME UNA GATTA SOPRA UN TETTO DI LAMIERA ROVENTE...

Empfinsamkeit ]
Begeisterung    ]        Scurreggiare al vento (ma stai attento a dove tira il vento !!)
Sensibilitat        ]                                

MY SON SEBASTIAN AND I CONSTRUCTED OUR DAYS. EACH DAY WE WOULD CARVE EACH DAY LIKE A PIECE OF SCULPTURE; LEAVING BEHIND US A TRAIL OF DAYS LIKE A GALLERY OF SCULPTURE UNTIL SUDDENLY, LAST SUMMER.....                                   




giovedì 14 aprile 2011

Tabaccheria Cartoleria Osteria

Scusi,
ce l'ha le stecche per i poster?

No, guardi                                               ...quelle lunghe...

Quando le arrivano?

Ma no, non arrivano            (risatina compiaciuta)
mica. Ormai chi le usa...
(perplesso)
E come fanno la gente ad
attaccare i poster?, mi faccia capire...

Eh i giovani ora c'hanno
tutte queste colle, queste plastiline.                             ...si sciupa i poster

I giovani eh

Si i giovani usano queste                             ...ah

Mi dica una cosa,
i giovani nascono
sempre per rompere
i coglioni, o mi sbaglio?

Quanto ha ragione


(Io rido pensando
che fosse da ridere,
invece vengo
accusato con lo sguardo
dai due)

sabato 9 aprile 2011

OS POEMAS MATERIAIS

Cordas, roldanas e cavalos

de João Luís Bigorna


OS TIJOLOS

moldagem e secagem

e há tijolos e tijolos

tijolos mal cozidos

um tijolo por si

há que escolher

a plasticidade das argilas

argilas limpas de impurezas

bater a massa para os tijolos

trazer às costas

os tijolos eram cozidos por campanhas de cozedura

não havia forma.


CAL AÉREA

baixas percentagens de argila

fazem presa

cal e areia

endurecimento, eliminação da água

combinação química

a cal aérea faz presa ao ar


JUNTAVAM-SE ADITIVOS

cozedura de calcários

relativamente puros

esta pedra que é cozida

altera a cor

cal viva

e fica só oxido e cálcio

pasta de cal

segundo os melhores livros de instruções


CAL HIDRÁULICA

cal hidráulica para qualquer lugar

as pessoas sabiam reconhecer

em contacto com água


OS INERTES

os grandes inertes iam para o fundo

água limpa em cima

num princípio de enchimento de interstícios

giovedì 7 aprile 2011

Ho preparato per me una moltitudine di ricordi

(Memorie di Lisbona)

Ho preparato per me una moltitudine di ricordi
ho salvato tutto per l'ora dell'addio
che verrà, prima o poi,
La pazienza
Il respiro forte nella notte, senza dar fastidio
E ti ascoltavo riposare e non mi stancavo mai
perché se ti rilassi ora non ho bisogno di altro
Ma finchè sei vigile non possono non preoccuparmi
organizzare una vita che ti scivoli addosso
la coerenza
il rigore e il rispetto
il tuo dormire placido
e poi accarezzarti la schiena
e ancora uno di quei massaggi
e le parole e l’allegria, solo quando il tuo umore era buono
il sacrificio che non mi pesa
i tuoi sfoghi di rabbia che ho calmato
con la mia presenza discreta
la tua fame il tuo sonno i tuoi bisogni

E i portoghesi e le loro folli regole

...Fammi il caffè

Una spremuta d'arancio (acidità di stomaco)

Come mi hai fatto una carezza sulla testa
Ero ancora io soltanto quando con la violenza
mi hai preso ogni dolcezza

la tenerezza
che hai al risveglio, il mattino,
e la bellezza della sera quando ti accomodavi
e uscivamo a vivere come sappiamo fare
La notte e i suoi sogni la mia bocca aperta

(Ti sono cresciute le orecchie, stanotte?)

Occhiali spessi, allora, i miei occhi hanno visto
piangere i tuoi dopo anni,
cosa avevi quella notte a Madrid,
perché hai cercato il mio abbraccio,
ma cosa importa
quello che importa è che non ho saputo
consolarti.

Aspettami, arrivo,
sono in ritardo,
ti ho lasciato in cucina un bacio forte
una carezza in più.

mercoledì 6 aprile 2011

Vittima

Vittima dei sentimenti, mi aggiro per luoghi nuovi, vite di altri che ora sono vita mia, che spolvero dai ricordi di altri, e nessuna allergia,

nessun asma, niente,
neanche ai gatti,

un gatto nero nonostante tutto,
Vittima dei sentimenti, mi aggiro per luoghi nuovi, vite di altri che ora sono vita mia, che spolvero dai ricordi di altri, e nessuna allergia,

nessun asma, niente,
neanche ai gatti,

un gatto nero nonostante tutto,
un gatto rosso vagabondo,
(e un gatto morto rosso vagabondo?),
un gatto pezzato a due colori, maschio,
- ricordi d'Andalusia
un gatto tricolore per necessità femmina,

per necessità come è necessario che io sia vittima dei sentimenti, e che per tutti i luoghi nuovi in cui mi aggiro la vita degli altri ora è il significato della mia,
nuovamente

dopo gennaio in cui ti conobbi,
dopo febbraio dove ti abbandonai,
il marzo che mi lasciasti,
aprile quando mi cercasti,
maggio quando eravamo in festa,
giugno quando forse ti avevo tradito – ma non l'hai fatto tu dopo?
luglio quando ti ho preferito altro,
agosto quando eravamo lontani,
settembre quando ero cieco,
ottobre quando ero solo,
novembre quando scappai a Cipro
o era prima, e facevo della gelosia
un'arma migliore di quelle di Otello,
e dicembre,
l'addio,
e ora invece vivo
ancora
di nuovo
migliore e migliorato,
e mi dico come mi dicevo e come dicevo anche a lei

Guarda, non vedi quanta gente, quante storie, quante nuove cose ogni giorno la provvidenza ci mette davanti e noi per punto preso per tigna per codardia per comodità per abitudine per noia sempre a pensare al passato che
- è un oggetto davvero ingombrante
- è un peso davvero pesante

eppure ci facciamo trascinare indietro da quello
ci fasciamo in cellophane e da li vediamo pensando di non essere visti
e invece
invece siamo nudi, solo più lontani dalla realtà per i sensi instupiditi da quel rivestimento imposto
telefonate sotto la statua per spiegare a me quello che poi avrei dovuto spiegare io a te poi
"ecco com'è che va il mondo"

Capisco da qualche tempo che grande virtù, che gran coraggio e che gesto d'amore sia dimenticare tutto
le frasi d'amore
i fatti d'amore
le azioni sconsiderate che ho fatto per amore
e invece non scordare ogni particolare legato al quotidiano
perché la routine tornerà nella coppia, negli affetti e in altre cose
passeranno e saranno solo nostre le azioni eclatanti che ci hanno spinto tanto lontano con la mente e che in fondo tanto poco hanno valso, ma vi immaginate, dico, penso, cosa sarebbe stato? Ricordare
ricordare quelle rose
ricordare quell'anello
ricordare quel viaggio
ricordare quel giorno alle terme in estasi di piacere
e la prima volta tua
e quei pianti e gli abbracci e il perdono del tradimento
(questa volta il tuo)?
Ora
Trottola
Pallina impazzita

sono portato via dalla corrente
non riesco a perdere alcun treno
e sono grato al mondo.

Red, Toby, una macchina.

  • 10h55: RED PISCIA A CASA SUA, A M. NONOSTANTE SIANO 20 MINUTI CHE LAMENTA L'IMMINENTE ORINATA, TOBY NON LA DERIDE A SUFFICIENZA
  • 11h07: Dopo la detersione ascellare, cantiamo La Solitudine (interpretazione magistrale)
  • 11h31: STOPPE D'ARCA
  • 11h42: PIEVE A RANCO
  • 11h52: CANILI
  • 11h58: MADONNUCCIA
  • 12h03: METOZZI / AVANT GARDE (insegne)
  • 12h11: Dubbio sulle isoglosse. Il benzinajo ha un'aria interessante, e un buffo cappellino - 12h12 - Ma come parlano?
  • 12h22: ATTENTION IN CASE THE TRAFFIC LIGHT IS TURNED OFF OR FLASHING, PROCEED WITH CAUTION [CODA] - Via della Croce! - Gazze - Attraversamento Piccioni - 2 silver 1 cow
  • 12h54: Oltrepassato il Traguardo di Ponte Cecco. Aria romagnola ancora senza maiali! Prima posizione - SHINE ON YOU CRAZY DIAMOND: duetto col camionista
  • 12h59: MIRABILANDIA! ----->
  • 13h04: Allergia alle Porsche
  • 13h11: PASSATO IL RUBICONE - Il dado è di pollo - Una coscienza non di assenze di percezioni, ma traslata su un altro piano; una coscienza generale e generica
  • 13h24: QUEM NÃO MATA ENGORDA - RICCIONE ----->
  • 13h29: STRANI GIORNI - TOBY: 20 € gasolio - 3,90 € autostrada
  • 14h09: Non si può svoltare né a destra né a sinistra a Q., il centro è off-limits e a Toby gli stanno spuntando le zanne e le setole sulla schiena - Dalla macchina davanti è caduto un palloncino
  • 14h10: Chiediamo a un passante con lo spolverino e le mani in tasca che cazzo è la zona blu _Grazie!
  • 14h12: "Ma come vanno in bicicletta la genti [sic]? Ô Madonnina, divento matto, matto! Ca fa questo? Ma dov'è il divieto d'accesso, 'ndo cazzo sto a anda'? Oh la Cattedrale di Q., sputaci! Dove siamo? Dove sono? Dove sono? Uh! Un grillo è saltato addosso... addosso" (canta Le Aquile) - SCENEGGIATURE DA UN VIAGGIO - E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante - Ho un continuo bisogno di mingere - È realtà o minzione
  • 14h24: Emo parcheggiato - PERONZIPAGA!
  • 20h20: PARTENZA - Piadina Classica e Tenerona - Toby sbaglia cantando Battiato

giovedì 31 marzo 2011

Maria

Mia nonna aveva smesso da tempo di guardare le cose. Era cieca da un occhio, e dall'altro non vedeva bene, né da vicino né da lontano. Cieca del tutto, forse. Chissà. Però ti sfidava: aiutami a far passare il filo in questo ago, che non riesco proprio; e non ce la si faceva, nessuno di noi. Lei, con gli occhi delle mani, ti insegnava come fare.

Vedo tutti intorno piangere disperati. Sono arrivato di corsa da Siena: sono stato fortunato, il dolore non mi ha toccato troppo. Solo salendo verso il mio paese, man mano che mi avvicinavo alla sua casa, ho sentito qualcosa dentro; come se la morte fosse più vera via via che si la distanza tra me e lei diminuiva. Ho pianto solo abbracciando il babbo – un genitore in lacrime è una cosa che non vorremmo mai vedere.

Emma, Emma, sii felice perché quando sei nata non avrei mai pensato di vederti crescere tanto così, sei una signorina adesso e solo poco tempo fa non eri che una bambina piccola piccola nelle mie mani vecchie e nodose, quelle mani che alzavi verso di noi, a mezzo busto, per redarguirci e dirci di studiare studiare, di farlo per noi e non per altro, per il nostro futuro, nonnina cara.

Io odio la morte. Ammazzerei chi l'ha inventata, dice mio zio seduto sulla poltrona. Non sa se sia giusto o meno piangere per la mamma morta appena da tre ore, e non lo sa perché ci siamo noi. Ha visto morire il babbo e anche allora disse la stessa cosa. È una frase fatta, credo.

Nel secondo cassetto del canterano c'è tutto per il mio funerale, dicevi. C'era ben altro: l'insegnamento di quelli che noi consideriamo senza futuro perché crediamo che non l'abbiano per la loro età, che considerano invece il futuro degli altri e quindi ne hanno più d'uno. Come hai fatto a darci tanto? Che fretta abbiamo di risparmiare quattro misere lire e di ritrovarci ugualmente senza niente.

Il giorno avanti mi aveva detto di non riuscire a cucinare bene il risotto coi carciofi: il riso era faticoso da girare nella pentola, e come pulire tanti carciofi? L'indomani ti ha ammazzato la fatica di metterti un calzino.

Farà la morte del pulcino, senza un lamento, senza un dolore. Quella vena è ormai troppo dilatata. Così quattro anni fa il medico.

Perché tanto a lungo, se non per noi?

Mia nonna non era una vecchia, era mia nonna, e per questo non sarebbe mai dovuta morire. Non ho mai visto una vecchia bella come mia nonna, sana come mia nonna. Parlo così perché era mia nonna, è chiaro.

Fatti dare venti euro dal babbo, che poi glieli rendo. No, nonna, me li dai un'altra volta, magari quando parto per il Portogallo, va bene? Va bene.

La zia piange perché non l'aveva ringraziata ancora di averle rammendato tante calze, ma piange perché sa che dicendo a tutti di stare tranquilli mente anche a se stessa.

Aveva sempre voluto non dare fastidio, sempre voluto non disturbare. È morta di mattina, senza che nessuno si sia dovuto svegliare di soprassalto. Non si è ammalata gli ultimi tempi, come una donna di novanta anni dovrebbe a buon titolo fare. Non ha neanche perso un colpo, la testa era tutta lì, per lei ma per noi, altrimenti chissà come saremmo finiti. Aveva preparato delle bustine con i regali per mia sorella e mia mamma, che fanno gli anni in quei giorni. Sapeva ogni cosa che le serviva sapere.

Prima di morire si è lavata tutta, come fosse un rito preparatorio. Sarà stata triste solo per doversi presentare al Creatore con i capelli fuori taglio: non che fosse una vanitosa, ma mi ha insegnato, tra le tante cose, che bisogna apparire rispettabili, oltre che esserlo. Mangiare composti, vestire puliti ed essere educati. L'ho delusa, chissà. Comunque lassù non faranno tanto caso a queste cose, per lei, per me.

Alla fine sono morta di martedì, avrei preferito un altro giorno.

Tutti si affannavano perché tu ti riposassi, e invece niente, pesavi come un merlo, e sempre ad arrampicarti su in soffitta, oppure andavi in cantina rischiando grosso ogni volta che scendevi in strada - le rare volte che lo facevi, si capisce. Ti avevano tolto le chiavi della rimessa perché così saresti rimasta al sicuro in casa, dove sei morta nel tuo letto. Non penso che la mia serenità sia ingiusta: hai vissuto bene, più che tanto. Mi strania pensare a come avevi maturato un rapporto verso le cose che non era usarle, ma lavorarle, specie nel tuo piccolo regno domestico. E ancora mi chiedo quali fossero gli appigli immaginari a cui ti appoggiavi per percorrere il lungo corridoio senza passamano che porta all'ingresso.

Bof, avresti riso ancora delle mie ironie, discretamente. Ora non più, è un peccato che ti abbiano tolto da noi.

venerdì 18 marzo 2011

Sono stanco


Sono stanco, è chiaro,
perché c'è un momento in cui bisogna essere stanchi.
Di cosa sia stanco, non so:
a niente mi servirebbe saperlo,
perché la stanchezza resta uguale.
La ferita duole per come duole
e non in funzione della causa che l'ha prodotta.
Sì, sono stanco,
e un po' sorridente
che la stanchezza sia solo questo -
bramosia di sonno nel corpo,
desiderio di non pensare all'anima,
e su tutto una trasparenza lucida
dell'intelletto retrospettivo...
E la sensualità unica di non aver più speranze?
Sono intelligente; ecco tutto.
Ho visto molto e inteso molto di quello che ho visto,
e c'è un certo piacere anche nella stanchezza che questo ci dà,
che in fondo la testa serve sempre a qualche cosa...
 
Tamara de Lempicka, La dormiente  
Álvaro de Campos (1890 - 1935)
testo originale qui

Il Tago è più bello del fiume che scorre nel mio villaggio

Il Tago è più bello del fiume che scorre nel mio villaggio,
ma il Tago non è più bello del fiume che scorre nel mio villaggio,
perchè il Tago non è il fiume che scorre nel mio villaggio.
Il Tago ha grandi navi,
e in esso naviga ancora,
per quelli che vedono in tutto ciò che non c'è,
la memoria delle navi.
Il Tago scende dalla Spagna,
e il Tago entra in mare in Portogallo.
Tutti lo sanno.
Ma pochi sanno qual è il fiume del mio villaggio
e dove va,
e da dove viene.
E per questo, perchè appartiene a meno persone,
è più libero e più grande il fiume del mio villaggio.
Dal Tago si va per il Mondo,
oltre al Tago c'è l'America.
e la fortuna di quelli che la trovano.
Nessuno ha mai pensato in quello che c'è oltre
al fiume del mio villaggio.
Il fiume del mio villaggio non fa pensare a niente,
chi sta sulla sua riva sta solo sulla sua riva.

Alberto Caeiro (1889 - 1915).
Originale, per esempio, qui.

sabato 12 marzo 2011

D'avorio e oricalco

"Perché io non voglio avere a che fare con gente che non capisce le citazioni da Battiato!"

E vale anche il contrario.

lunedì 28 febbraio 2011

QUANDO LUCIO LASCIA L'ASCIA

Personaggi:
LUCIO
LICIO

LUCIO ha due asce, una scabra e una, invece, liscia. Il suo amico LICIO gli chiede quest'ultima in prestito, pregandolo di lasciargliela alla porta di casa. LICIO, a sua volta, ha due porte, anch'esse una scabra e una invece liscia, perciò chiede all'amico a quale delle due egli desidera che sia lasciato l'oggetto. L'altro glielo dice e in più lo prega di dargli, in quella circostanza, una lustratina alla porta. Indi brindano. Ma lasciamo ai due la parola.

LICIO
Lucio, lascia l'ascia all'uscio.

LUCIO
L'ascia scabra o l'ascia liscia?

LICIO
Lascia all'uscio l'ascia liscia.

LUCIO
Licio, lascio l'ascia liscia all'uscio liscio?

LICIO
Lucio, esci e lascia l'ascia liscia all'uscio liscio, liscia l'uscio e mesci!

(Sipario)

Achille Campanile [DONG, DONG], 87 Tragedie in due battute

sabato 5 febbraio 2011

Perco, perdes

Tutti perdiamo qualcosa. Quello che non perdiamo mai è la coscienza di perdere qualcosa costantemente. Uno perde l'amore e la speranza momentaneamente, si perdono le persone care in modo più o meno permanente, e si perdono anche ombrelli e in maniera permanente. Ci sono gli oggetti che si nascondono, fino a quando ti rendi conto che se ne sono andati, hanno fatto fagotto e non li rivedrai, anche se frughi cento volte nella stessa tasca. Più di una volta capita di perdere qualcosa e non rimpiangerla. Significa che non l'abbiamo persa, ma l'abbiamo solamente tolta di mezzo perché ingombrante e inutile. 
Nel momento della perdita e in tutti quelli immediatamente successivi, può venire incontro la capacità di impersonificazione. Non solo negli altri, ma nel nostro io futuro. Rivolgiamo l'attenzione ai nostri ii passati, a riprova: guardiamoli nelle foto, leggiamoli nei diari, li sentiremo ridicoli, attempati, ci faranno tenerezza, come un bambino, o come qualcuno che non sa ancora niente. Saremo sicuri che quelli non siamo noi. Noi siamo già un io passato, adesso. Focalizzare sé stessi già nel momento in cui avremo superato una perdita, ajuta a semplificare e a ridurre il proprio io attuale, a minimizzare certi moti dell'anima che ci sembrano enormi e che ci fanno patire. Entrare nel capo di qualcun altro diverso da noi, allo stesso modo, ci distanzia dalla mutilazione, perché quest'altro non ha alcun bisogno di avere quello che abbiamo perso, e noi non abbiamo bisogno di ritrovare ciò che ha perso lui.

mercoledì 2 febbraio 2011

L'insipienza

Noi siamo quella generazione che sa molte cose del pensiero dell'uomo, senza capirle fino in fondo; senza averle sperimentate in prima persona. Abbiamo studiato su antologie di autori, e quando l'abbiamo fatto nel migliore dei modi possibili, li abbiamo letti; non li abbiamo mai fatti nostri se non per simpatie personali (e noialtri ancora peggio: per rimandi, ricorrenze e piacevoli coincidenze).
Parliamo di cose di cui non abbiamo esperienza, citiamo Nietzche senza saperlo neanche scrivere per bene: e chi ha mai letto qualcosa scritto da lui? Siamo una falsa elite culturale. I titoli che possediamo non corrispondono ai nostri meriti*.

Socrate sapeva di non sapere.
Noi sappiamo che Socrate lo sapeva, ma soltanto perché ce l'hanno riferito: conoscitori di terza e quarta mano. I nostri figli non sapranno che Socrate professava la sua ignoranza - senza avere più e migliori titoli dei nostri per farlo - e i nostri nipoti non sapranno chi è Socrate. Nè ci dobbiamo crucciare: basta far propria la condizione del riciclo, l'arte della rimasticazione (o della pappa scodellata?) e la poetica del sentito dire.
Importa solo quello che è oggi; e oggi importano solo le cose che sono.


*Esempi di cose che fingiamo di sapere:
- le poesie dei latini
- il decadentismo in Italia
- la cucina (soprattutto i vini) e la Rivoluzione francesi
- il cinema italiano quello serio
- l'inglese
- Walter Benjamin
- Schopenhauer
- i grandi romanzi russi
- scrivere
La lista potrebbe essere allungata (invito a contribuire)

Mi scusi chi si senta offeso.

venerdì 28 gennaio 2011

Il culo è più onesto della faccia ([tʃ]into Brass)


Tinto Brass, detto anche [tʃ]into, adottando la fonetica del portoghese del brasile, poco tempo fa ha aperto le porte di casa al settimanale “Diva e Donna” parlando di sé e della difficile esperienza dell’ictus che lo ha colpito nove mesi fa.

“Il miracolato Brass”, scrive il reporter Giancarlo Dotto, “resta voluttà fatta uomo, solo più morbido nei toni e infantile, quasi astratto, nei sorrisi. Beve e fuma, addenta l’enorme wüstel di tabacco lo mastica e poi lo accende (…)” 

Poi [tʃ]into inizia a parlare anche di donne, di erotismo e soprattutto di CULI, ed ecco come risponde a “Diva e Donna”, esponendo quella che potrebbe essere definita come una “filosofia del Culo”. 

Dopo aver visto in faccia la morte, è ancora più forte la passione per certa anatomia delle donne?
Più che mai. Sul piano etico il culo è più onesto della faccia, non inganna, non è maschera ipocrita. Nel mio libro edito da Tullio Pironti, inizio con un sillogismo aristotelico. Tesi: il culo è lo specchio dell’anima; antitesi: ognuno è il culo che ha; sintesi: mostrami il culo e ti dirò chi sei.

Sillogismo che applichi nei tuoi casting?
Nei culi c’è il destino delle persone. Quello di Claudia Koll aveva, per esempio, delle implicazioni mistiche. Si capiva dove sarebbe andata a parare. C’era un’ombra di malinconia.

Meglio con Stefania Sandrelli?
Donna come poche, generosa nel darsi e nel mostrarsi. Quando uscì La chiave, ai critici che la biasimavano rispose: “Sono orgogliosa di saper recitare anche con il culo”.

Generosa anche Serena Grandi.
È la Padania. La dea Tellus. Solare. Nel suo culo c’era scritto disordine e carnalità.

Vergognosa la Caprioglio?
Figuriamoci, era stata l’amante di Klaus Kinski. Con lei nel set era un’erezione e dunque una festa permanente. Tra noi veneziani ci si capiva con gli sguardi.

(Diva e Donna. Settimanale Femminile. N.2-18 gennaio 2011)