Fatta eccezione per i luoghi comuni, difficilmente i luoghi si raccontano da soli; è necessario andarli a scovare.
Una fornace abbandonata è prima di tutto un luogo orfano, un relitto. Così come una nave che giace in fondo al mare, la vecchia fabbrica si nasconde allo sguardo, ma in senso lato poiché si manifesta ancora in tutta la sua mole e a differenza della carcassa marina si espone all’occhio umano, che reagisce il più delle volte con indifferenza o sdegno di fronte all’attuale inutilità della costruzione.
Una nave rimasta per secoli sul fondo del mare, inoltre, porta con sé un alone di mistero e, pur non custodendo un tesoro, l’enigma che la avvolge aiuta senz’ombra di dubbio ad alimentare anche la curiosità dei più disattenti. Come la maggior parte delle cose vecchie e inutili, invece, la fornace è stata consegnata all’inevitabile passare del tempo, è stata abbandonata, dimenticata. Eppure rimane là, ferma e immobile, disponibile allo sguardo. Si notano infatti i passaggi di tempo dentro all’edificio: scarpe, bottiglie, vestiti, addirittura un letto, dove forse qualcuno, dimenticato come la fornace, dorme ancora.