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giovedì 16 giugno 2011

Red, Toby, Semola, una macchina.


Ore 11:26 
“Ci siamo andati in Austria con la panda! Bellini!”
“Bellini nel senso del liquore?”
“Ahaha sì, briai fradici!”

Ore 11.50
“Pronto?”
“Toby! Ti si sta aspettando da e29!”
“No, so’ avanti, è che mi devo ancora vestì!”
“Ma che vol dì che sei avanti allora?!” 
“Mi prenderesti le sigarette già che ci sei?”

Ore 12.37
“Ma puzzo? No, puzzo di messo…”

Ore 12.52
“Guarda quel rospo in terra, si sta essiccando e gli escono i vermi dall’occhio…”
“Noi la sera qui facciamo pet watching, è proprio divertente!”
Si riparte dopo sosta al bagno e dopo aver fatto sovreccitare i cani giocando con la pallina.

Ore 13.24
“Oh, ma te non scrivi più niente?”
“In che senso?”
“Ti sei già dimenticato??”
“È che non so cosa scrivere!”
“Devi sentire!”
“E non mi sento più niente!”

Ore 13.28
“Ma te sei di S.?”
“Sì, perché?”
“Il mio vecchio coinquilino è di S, ci sono pure stato l’estate scorsa”
“Chi è?”
“J., lo conosci?”
Seguono grasse risate e la mirabolante parabola sul prete di San Casciano.

Ore 13.43
“Si va a San Marino?”
Ore 13.46 (dopo una breve consultazione davanti alla fabbrica della Buitoni)
“Ok, tanto ci si entra con gli orari, e al massimo fanculo i rimborsi!”
Ore 13.49
“Ah, ma questo orologio è un’ora indietro…”
Ore 13.53
“Beh comunque non si può andare, non ho i documenti! Mi arrestano in zona extracomunitaria.
Si va a Predappio! Gira a sinistra… No, non qui!!!”
Si spegne la macchina in contromano, un losco figuro ci viene incontro e ci evita spostandosi sulla destra senza battere ciglio.

Un po’ dopo.
“Tra 80 metri girare a destra” (dopo Metozzi – Avant garde qualcosa).
Via del Cerbaiolo. “Ma dove cazzo siamo?! Uno scoiattolo! Le vacche fulve! Una croce! Un trekker! Un cane che tenta di assaltare la nostra macchina! Sì, però che paesaggio! Gira a destra, poi vedremo!”

Ore 14.29
Gara di falsetto su “Anima mia”

Ore 14.52
“Oddio! Sant’Agata Feltria! Te la immagini? FELTRIA! No, non ci possiamo fermare a mangiare qui, mi risalirebbe tutto!”
Seguono altri nomi di paesi assurdi, tipo: Maiolo, Colombare, Montemolino Baffoni (!), Madonnuccia, Umbertide, SANTO MARINO, più uno striscione con scritto “La notte del cento catino” e la celeberrima Via Ciceruacchio.

Pausa pranzo.
“Hai presente Piazza del Popolo? Ecco, ti dirò, è lontanina dalla stazione… Comunque noi non ti si passa più a prendere perché abbiamo sbagliato strada e ora siamo fermi a mangiare!”

Ore 16.20
“Sì guarda, siamo al casello di Ri…”
(La signora al bancone del bar s’infervora): “RIMINI NORD!”

Ore 16.47
Uscita “Case bruciate”.
Un minuto dopo due camion dei vigili del fuoco ci vengono incontro.

Ore 17.00
Apologia della Panda.

Ore 17.27
Fine effetto imodium?

venerdì 3 giugno 2011

fp consiglia. Feedback Magazine

Feedback è una fanzine autosostenuta e distribuita gratuitamente a Pistoia (e a volte dintorni), nonché consultabile e scaricabile online. Tratta principalmente di musica, ma anche di cinema, filosofia e tante altre belle quisquilie culturali (volevo soltanto usare un termine inusitato, del resto ho imparato a leggere grazie a Topolino).

Comunque a mio parere è fatta davvero bene, e non lo dico solo perché sono di parte avendo scritto una pessima recensione sui Bud Spencer Blues Explosion nell'ULTIMO NUMERO DI MAGGIO ORA ONLINE. Ma se non vi fidate date pure un'occhiata su http://issuu.com/feedbackmagazine.it , tanto è AGGRATISSE!!!

fp

sabato 9 ottobre 2010

In forma

Mi danno fastidio un sacco di cose, e mi dà fastidio soprattutto minimizzare le relazioni con gli altri. Non si può mica tirar via, a prescindere da cosa possa far piacere o no: la cortesia non stroppia. Semmai è la dimenticanza e l'imprecisione a far aumentare le tensioni cosmiche.

La forma esiste con o senza sostanza; se è vuota basta per sé; se c'è la sostanza la forma serve a ricordarne l'entità.
La forma non è inutile, a volte è sì  ingannevole perché suggerisce una sostanza inesistente, ma riassume cosa contiene, se contiene qualcosa.
La mancanza di forma ben peggio invece suggerisce il presunto nulla al suo interno: questo è il dato oggettivo che si evince.

La forma ha forma di per sé, ma la sostanza ha bisogno di una forma per esistere. Non dimentichiamolo.


L'importante è esse' contenti.

venerdì 10 settembre 2010

CANI MARINAI da OS PASSOS EM VOLTA di Herberto Hélder

C’era un cane che aveva un marinaio. Il cane chiese a sua moglie, che cosa ci posso fare con un marinaio? Lo mettiamo di guardia in giardino, rispose lei. Non si può lasciare un marinaio libero in giardino, è troppo vicino al mare. Un marinaio è una creatura derivata, un suffisso, è necessario fare attenzione all’elemento base: il radicale mare.

mercoledì 28 luglio 2010

Risata concreta e soffocata (a forma di mbuto)



AHAHAHA!!!
AHAHA!!
AHA!
AH...
A..
a.
.


Traduzione in castigliano, a forma di rastrello da spiaggia e con finale a rantolo grattato:


JAJAJAJA!!!
JAJAJ!!
JAJ!
JA...
J..
j.
.

venerdì 18 giugno 2010

Cover

"[...] In questo senso non possiamo neanche escludere, una volta appurato il fatto che l'arte, la letteratura, insomma, queste forme espressive - voglio dire, non si può dire che una cantante che fa una cover di un'altro non vada bene o sia deprecabile; è un'artista, reinterpreta, fa sue istanze degli altri, ma c'è un esempio di creazione, in un senso - se si vuole, con le dovute cautele... quel senso di exemplum, di mostra, ehr, di mostrare le proprie capacità o il pensiero. Allora mi sono detto, pensavo, se si possa fare una specie di esperimento simile con un libro [...], un poema o una poesia, perchè se è vero che ci sono i riadattamenti che si alternano con le versioni integrali, penso a quelli per i bambini, non si sfugge dal peccato, dalla macchia, in questi riadattamenti, che guardano sempre al lettore, in pratica, al lettore al destinatario, in altre parole, anche... manca questo sentimento di interiore perfezione, ma perfezione non perchè è bello, eh, per la sua propria compiutezza; E invece una cover come quella che immagino guarda al suo interno, suo dell'opera, vi si muove, analizza le relazioni tra le cose, quelle presenti quelle che si rinvengono, poi le relaziona con l'Io che poi sarei io o chi per me facesse questa cosa, insomma un insieme di relazioni vecchie con un punto di partenza diverso, ma le stesse cose. Un punto di partenza che poi sarebbe un punto di definizione geometrico, della geometria degli spazi di queste relazioni; è dire: io non avrei niente a che vedere con te, come tutti, come tutti davvero, ma ti vedo e tra me e te si instaura un qualcosa, questa strana relazione artistica, e quello che io vorrei è che tu non solo mi dai qualcosa e io la ricevo passivamente, posso anche io cambiarti, rifarti [...] rifarti è farti nascere di nuovo, arricchita, Ultraopera, quasi a dire, consapevole di me-
[...]