sabato 14 agosto 2010

BAU BAU: BAUDELAIRE-BAUSTELLE

Serpins, Portugal, 11 Agosto 2010

Note sparse sulla musica cantautoriale italiana.
Germano dei Prati



172. Baudelaire è una canzone dei Baustelle che tratta del tema della morte, e della vita che vede la morte, e della morte nella vita e la vita nella morte. E dell’arte, soprattutto, della poesia e ancora una volta della morte come sacrificio artistico, l’atto estremo attraverso il quale si cerca di attingere l’arte pura non riuscendo più a dare un senso all’arte e alla vita, ovvero all’arte nella vita e alla vita nell’arte.

L’epiteto maledetto, da sempre associato al nome del poeta francese —si racconta che la madre di Baudelaire, appena vide il figlio, gridò: “maledetto!”— è trasposto nel testo attraverso la figura di Satana, Satana è all’inferno per te, ovvero per noi, visto che il narratore si riferisce dando del tu al suo interlocutore, essendo però evidente che il messaggio sia rivolto a un pubblico più vasto. Ci troviamo dunque di fronte ad un uso plurale e velatamente propagandistico della seconda persona singolare.


173. Satana dunque non è morto, essendo il suo nome composto da tre sillabe e non da due (Pietro, Cristo) o da quattro (Caravaggio o PieroCiampi tutto attaccato), lui non poteva morire, e in effetti non è mai morto, ma sarebbe potuto morire nel ’65 con Dio, come cantava Guccini. Satana si troverebbe all’inferno per te, per noi, e sarebbe anche più moderno di noi, forse nel senso che noi siamo post-moderni e lui è più-moderno. La più-modernità in effetti ancora non è stata teorizzata, teorizziamola: più-modernità da Satana all’anti-Cristo.


174. In futuro noi avremo dei divani, ce li abbiamo già quasi tutti in casa, ma non fondi come tombe, al massimo sfondati; dal divano, potremmo sprofondare all’inferno con Satana, ma non ne abbiamo la certezza. Dipende molto dal divano, se è vecchio la probabilità è certamente più alta, se è un divano letto la questione si fa più complicata, esistono diversi tipi di divani. Ma questo sprofondare del divano verso l’inferno, o comunque questo divano fondo come una tomba che noi forse un giorno ci ritroveremo in casa, o che già abbiamo, è un fatto già osservato da Baudelaire. Oppure Baudelaire ha detto che Cristo è morto in croce per me. L’uso del gerundio nel verso infatti si può riferire sia al verso che lo precede, quello del divano, o a quello che lo segue, di Cristo. Cristo è morto per me, lui diceva di essere morto per noi, così come la chiesa, o come Dio aveva imposto lui e lo diceva pure Baudelaire.


175. Pietro invece sarebbe bruciato in croce, per te, per noi. Pietro è bruciato in croce per te, in croce, capovolto, probabilmente. Sia Cristo che Pietro muoiono anche in questo momento, in croce, per me e per te.


176. La bellezza è santa, la paura tanta, bisogna fare come faceva Baudelaire. È un ordine: fai come faceva Baudelaire, Baudelaire faceva così, tu fai nello stesso modo, sarà bello, ma avrai comunque paura.


177. Anche Pasolini è morto per te, così come Caravaggio, due morti ancora oggi emblematiche, proprio apposta per te e per me. Anche Tenco è morto per me, e con Tenco nasce un forte dubbio: morte sacrificale per il bene degli altri o morte suicida per colpa degli altri? O morte e basta? In ogni modo, e questo è vero, mentre Pasolini moriva all’idroscalo di Ostia probabilmente qualcuno stava copulando su una spiaggia, era novembre, ma la voglia è sempre tanta.


178. E si è fatto l’amore uniti contro il mondo, un gesto rivoluzionario, poiché del resto fare all’amore in luogo pubblico è da considerarsi un atto osceno punibile per legge. Farlo sulla spiaggia è per lo meno farlo uniti contro una multa, ma anche contro il mondo.


179. È necessario credere e bisogna scrivere, come faceva Baudelaire, tendere verso l’ignoto, o verso l’ignoto tendere: credere, scrivere, tendere. Ricordati Baudelaire, è giusto, bisogna ricordarlo Baudelaire, è un grande, ha scoperto la critica, se non ci fosse stato Baudelaire non avrei potuto scrivere tutto ciò, bisogna ringraziare Baudelaire.


180. Poi c’è PieroCiampi, lui vive nei fiori dei campi e fa proprio bene. Bisogna studiare Baudelaire. Saffo, pure lei si è ammazzata, e proprio per noi, e pure Socrate. Così loro sono riusciti a vivere per sempre, grazie all’esemplarità di un gesto estremo, per altro molto dubbio sia nel caso di Saffo che in quello di Socrate. Saffo si getta da un faro per amore e Socrate accetta la condanna a morte senza opporre resistenza.


181. Ci vuole coraggio, e anche orecchio, per vivere per sempre, d'altronde. La morte infatti rende immortali, ma solo in certi casi, solo quando si parla di morti illustri. Il divano diviene così la nostra tomba illustre, diventiamo famosi sul divano, quindi rimaniamoci il più possibile e vediamo di sprofondarci. Quando ci alziamo dal divano potremmo darci al giardinaggio, ma no al giardinaggio di fiori qualunque, dei fiori del male, che ormai saranno appassiti. Passatempi come il giardinaggio sono infatti fondamentali per vivere, ma bisogna anche scrivere e all’infinito tendere, proprio come faceva Baudelaire, noto appassionato di botanica.


182. Yeah.

1 commento:

NêZ ha detto...

Ucci ucci sento odor di fiori malaticci.

Con tutto che i Baustelle mi stanno sul cazzo.