sabato 31 luglio 2010

Tragedia

Spirito guardiano delle acque, Odilon Redon, 1878
(c) Art Institute of Chicago


Maria Olga è una donna incantevole. Specialmente la parte che si chiama Olga.

Si sposò con un ragazzone grande e robusto, un po’ tonto, pieno di idee onorabili, tutte ordinate come gli alberi di un viale.

Ma la parte che diede in sposa era la parte di lei che si chiamava Maria. La sua parte Olga era rimasta nubile e si prese un amante che viveva tutto il tempo in adorazione davanti ai suoi occhi.

Non riusciva a capire il fatto che suo marito si infuriasse e l’accusasse di infedeltà. Maria era fedele. Perché si arrabbiava con Olga? Non capiva come mai lui non capisse.

Maria faceva il proprio dovere, la parte Olga adorava il suo amante.

Non era mica colpa sua se aveva un doppio nome; era forse responsabile delle conseguenze che possono derivarne?

Così, quando il marito prese il revolver lei spalancò gli occhi enormi, non impauriti ma pieni di tristezza, poiché non comprendeva un gesto tanto assurdo.

Ma accadde che il marito si equivocò e uccise Maria, la sua parte, invece di uccidere l’altra. Olga continuò a vivere tra le braccia del suo amante, e credo che sia ancora felice e contenta, con l’unico problema che è un po’ mancina.

(Vicente Huidobro)

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