mercoledì 14 aprile 2010

I Passi Perduti - Relazione di un congresso - Parte IV

§4. È attualmente di dominio pubblico il fatto che i poteri dei ciechi eminenti provochino un grande disagio negli eretici e negli apolidi della Cultura. Questa la ragione della pietà universale, la ragione del turbamento, del timore e della cattiva considerazione con cui la generalità dei mortali li vede ascendere agli scranni della Saggezza. Questa la ragione, infine, del dispetto e delle ingiurie che gli proferiscono i sovversivi della Scuola e della Regola, molte volte in espressioni pubbliche e violente come quelle che usò un tale Ernesto Sabato, argentino e panflettario maledetto. Trascrivo: «La mia conclusione è ovvia: Continua a dominare il Principe delle Tenebre. E questo dominio si compie attraverso la Sacra Setta dei Ciechi.»



Mi esimo dal fare commenti, Eccellenza. Le origini di tanto clamoroso settarismo sono sin troppo evidenti

Perché i ciechi, si è sempre detto, hanno come difesa naturale il culto dell’ordine e del grado;

in verità loro si orientano attraverso referenze occulte e per questo si dedicano alle minuzie, cosa che è considerata gratuita da questo nostro mondo condannato al generale; ascoltano la fiamma e si mettono in salvo dall’incendio perché prima di vederlo ne sentono l’odore; praticano la purezza della lingua con grammatica limpida e pronuncia corretta perché la ricevono solo dalla parola senza le sintassi dei gesti e delle maschere con cui gli altri cittadini l’accompagnano per poter corrompere o contraddire il discorso. Sono, insomma, refrattari al turbamento innestato dalla società per disorientare l’intelligenza e fomentare il caos.

Inoltre, sembra fuori da ogni dubbio che il contatto visuale o spettacolare con la realtà esteriore, in tutta la confusione delle immagini disorientanti che propaga, conduca alla perdita delle radici più intime tanto dello spirito quanto della patria – ed ecco, Eccellenza, perché sento che qualcosa di straordinario si sia appena concluso al Palazzo dei Classici, conosciuto anche come dei Passi Perduti. No, non lo sento: ne sono convinto. Ne ho la certezza certa. Le serenissime figure che si sono riunite nel nostro paese sono state per certo portatrici di un messaggio eterno, considerato che ognuno di loro ha percorso secoli di civiltà ed è ascesa alla più rispettata cultura ufficiale, illuminata dai maestri immortali.

Subito dopo la fine delle sessioni mi sono incontrato di nuovo con lady Selina Hackettt nei corridoi dei Passi Perduti. Meno crepuscolare del solito, lady Hackett non solo mi ha edotto di utili informazioni riguardo al curriculum di ciascuno dei ciechi dottori (man mano che passavamo davanti ai rispettivi cani), ma mi ha riferito anche alcune teorie iniziatiche, tutte di difficile enunciazione. In conclusione ha proposto di candidarmi socio corrispondente della Giunta e prima che le manifestassi la mia riconoscenza mi ha fatto sapere che, essendo previsto un nuovo congresso per il prossimo anno accademico, in data e paese da definire, avrebbe molto gradito poter contare comunque sulla mia presenza e questa volta con diritto al cane accompagnatore, in qualità di socio, carica che mi è stata conferita.


Non è mia competenza decidere su di un così onorevole invito, posto che indirettamente è rivolto al Ministero che servo e rappresento. Non nascondo tuttavia quanto mi abbia colpito tanta considerazione, sia come funzionario di lunga carriera quale sono, sia, sul piano personale, come curioso che da molto tempo si interessa alle cose culturali.

In effetti, a margine del mio esercizio nei diversi reparti dello Stato, sono anni che sacrifico famiglia, tempo libero e salute in modesti lavori di investigazione monosillabica, senza pregiudizi di servizio, come è nella mia natura. Con ciò voglio dire che

ho bruciato le ciglia al convivio dei classici e degli antichi

e, se sento che il tempo (e la vista) mi sfuggono per riuscire a realizzare i miei limitati obiettivi, so dall’altra parte che attraverso questa esperienza ho acquisito quello spirito di meticolosa organizzazione senza il quale non può esserci una riflessione autorizzata né tranquillità sufficiente. A questo spirito devo anche, credo, molto del rispetto metodico che pongo nelle mie funzioni e nella disciplina dei subordinati.

Concludo, Eccellenza, confidando che non sarà vista come immodestia questa mia considerazione personale. L’ho aggiunta solo come dato informativo in vista della rappresentanza al prossimo Congresso, sollecitandola rispettosamente affinché voglia attribuirmela

per il bene della Patria e della Cultura.

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