venerdì 9 aprile 2010

Scorci di verità

Siamo abituati a vedere in Berlino la città capitale d'Europa, il sogno di molti giovani che cercano un lavoro e una vita diversa ma soprattutto proiettata nel futuro. Parigi, la sua storia artistica e il suo stile inconfondibile. Le tradizioni mai così gradite anche ai ragazzi della Londra, moderna, dinamica e nonostante ciò uguale da sempre a se stessa.
Il porto di Piombino. La ecologicamente corretta Friburgo.

Inoltre, la città, gli incroci, le strade e le autostrade: i non luoghi della modernità, visti però con un occhio che non guarda all'uomo e attraverso una raffigurazione che non lo prende in considerazione come sostanza, ma come presenza ed essenza dello spazio.

Ogni città perde le sue specificità nell'opera di Claudio Cionini, e così i tetti di Parigi non sono quelli che il turista o il sognatore vorrebbe vedere da Montmatre, non c'è traccia di una Potsdamer Platz nè del Big Ben, così come li conosciamo, anche dove essi sono raffigurati; case, palazzi e cieli si mescolano, assieme a marciapiedi, alberi e semafori. Le automobili, le "macchine", sono l'unico elemento che ci da la certezza della presenza umana, oltre a piccole macchie, ombre di uomini, che si intravedono - a volte.

“Siegessäule” 2009
www.claudiocionini.com

Le opere, sempre dure tavole di legno, sono pervase da una luminosità sterile e fredda, da sala operatoria; e lo sguardo è quello di un chirurgo, che analizza lo spazio tra le forme che copia dalle fotografie della realtà in cui l'artista ha vissuto e si è formato, sottolineandole con tratti di matita che, aggiunti ad opera terminata, servono non tanto a suggerire, quanto a evidenziare i piani della materia disegnata, seguendo una prospettiva che quasi sempre punta verso un indefinito, lontano, a volte luminoso ma generalmente incerto. E la materia che disegna è elemento di rottura del raffigurato, disomogenea ma non troppo, la quale, in opere che appaiono non povere di un certo sentimento realista, avvisa l'osservatore che tra lui e il mondo esiste pur sempre un oggetto intermedio; quindi le colature onnipresenti altro non sono che un espediente tecnico straniante che, in quanto tale, non va inteso, ma recepito intimamente.

Una morale prevederebbe un qualche pessimismo aleggiante su questi lavori; ma, nelle tavole, il grigiore è anche luce: è banale, ma anche la verità.

Claudio Cionini, "Scorci di Verità", dal 26 Marzo al 2 Maggio, Galleria Comunale d'Arte Contemporanea, Arezzo.

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