giovedì 8 aprile 2010

I Passi Perduti - Relazione di un congresso - Parte I

[…] Tutto questo configurava una situazione per cui, essendo ciechi, i congressisti parevano dotati di eternità.

Secondo Lady Selina Hackett, presidente onoraria dell’Organizzazione, essi avevano raggiunto questo stato supremo grazie alla pratica incessante delle letture morte e al culto dei lavori minuziosi. Mi fu fatto osservare che alcuni di loro, di certo una minoranza, non erano tuttavia giunti al punto di totale cecità, ma confesso che questi non si distinguevano in nessun modo dagli altri (per lo meno ad occhi profani), poiché si spostavano nel Palazzo dei Passi Perduti con la stessa serenità e con la stessa sottigliezza delle figure erranti che erano guidate dai cani.



Ripeto:
molto di quanto sto per riferire e di cui sono venuto a conoscenza attraverso Lady Hackett non deve essere preso, come si dice, «alla lettera»,

dato che la menzionata Signora è una persona di modi distinti e di parole lontane (come se fosse cieca, non essendolo). Per il resto, nel portamento e nel tono assente ella assume la fierezza di un cieco magnifico, e la stessa maniera di esprimersi provoca da subito una sensazione di costrizione, vuoi per l’impassibilità dello sguardo, vuoi per l’assenza di gesti nello scorrere del discorso. Ho osservato inoltre che nel presiedere le sessioni si presentava con il volto irrigidito e livido (come indurito da una spessa maschera di gesso), che manteneva nella stessa direzione dell’infinito verso cui erano rivolti i ciechi che la circondavano. Da una parte i tratti enigmatici di lady Hackett, e dall’altra la conoscenza imperfetta che ho della lingua inglese mi impediscono di garantire la rigorosa interpretazione delle informazioni da lei ricevute.

Nonostante ciò, una cosa credo di poter dichiarare senza la minima riserva ed è questa, Eccellenza, tutti i congressisti godevano di una cecità erudita e tutti loro godevano della più alta reputazione. Se uno o l’altro distingueva ancora un qualsiasi rimasuglio della nostra luce comune, di certo era proprio sul limite del nulla assoluto, «nel limbo, caro Signore», riportando quanto confidatomi dalla menzionata cieca onoraria lady Hackett.

2 commenti:

NêZ ha detto...

Culo, 'sto cane t'assomiglia. L'hai fatto a partire da una tua foto?

g.c. ha detto...

No, è mio nipote.